Dis-illusione

La (dis)illusione è in corso.

Ormai l’indeterminazione di Heisenberg la citano tutti, tanto che da principio è scesa a battuta (di spirito). Il metodo scientifico, come via di conoscenza, procede solo per misurazioni. Misuro dunque è. Esiste ciò che è misurabile. Ma nel momento in cui misuro o tento di farlo si scatena l’interazione, quindi ciò che misuro è l’effetto della mia interazione, di me che misuro, con ciò che vorrei misurare. Eppure quella grandezza la vedo solo così, si rivela a me solo così, nell’interazione che misuro.

L’oggettività sparisce, origliare da fuori non è consentito, io faccio parte del gioco, giù dagli spalti, scendo in campo e sono gettata nella mischia.

Faccio esperienza dal mio punto di vista, ma sono già in campo, nel campo degli eventi. Non conosco le regole, provo a muovermi e vedo cosa succede. Mi adeguo, passo la palla, perché quella gomitata? Mi fischiano addosso, non capisco, non c’è tempo, mi rialzo e riprendo la corsa dietro al pallone. Mi pare di intuire qualche regolarità, imito, mi cimento, fischiano ancora, la sfera va in rete e la curva esulta. Non è chiaro dove io sia, cosa stia facendo, altri volti smarriti corrono con me. La palla è nell’altra metà campo, riprendo fiato, inizio a pensare.

Intuizione, emozioni, immaginazione, creatività, sensazioni pungenti si fanno spazio e chiedono parola. Insieme si amalgamano per darmi un appiglio e provare a capire, almeno un po’.

Arrivata nel mondo con solo la 24ore, l’apprendimento diventa il mio stile di vita. Sensazioni, emozioni e movimenti sono i miei primi maestri, poi i sentimenti prendono forma più definita, i pensieri si fanno strada, la mia coscienza rivendica il suo posto. La mia autocoscienza in una fittissima rete di relazioni indisgiungibili, chi sono è plurale. E dalle intersezioni nascono storie, racconti, credenze. Esisto solo come credente. Ciò in cui credo, ciò a cui mi affido intreccia la trama del mio stare al mondo. E il mio corpo risponde a doppia mandata. Sono sapienza concreta.

L’oggetto e il soggetto si sono disciolti, ne vedo le tracce in fondo al bicchiere, ma la bevanda è una sola. Ormai non importa, conta il sapore.

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Autore: Iside Fontana

Laureata in Scienze Biologiche, cristiana, appassionata dell’interrogazione teologica e di tutto ciò che si cimenti nel tentare una sintesi del pensiero per una conoscenza profonda del mistero della vita. Single.

Un commento su “Dis-illusione”

  1. Ottima da assaporare proprio ora la tua “bevanda”, cara Iside (in questo ‘quasi’ inizio d’ estate…)!
    Il tuo modo un po’…fantasioso (?) …irriverente (?) di affrontare la scienza (pardon, Scienza, con la S maiuscola?) mi piace proprio…scatena la mia fantasia e la voglia di creare altre immagini per arricchire ciò che scrivi.
    Davvero stimolante!
    Grazie, CIAOOO,
    mcarla

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