A partire da dentro

Astrologia, lettura dei fondi di caffè, delle carte, delle viscere degli uccelli o del loro volo…

La scienza non basta, la ragione da sola non basta a vivere, tuttavia ci aiuta a sfrondare, a grattare fino all’essenziale. Provo a partire da qui, ridotta all’osso, dotazione di base, nessun optional.

Guardiamo sempre fuori di noi per unire i puntini e trovare il disegno. E se guardassimo dentro di noi? Forse non dobbiamo unire i puntini, ma prendere in mano la penna e disegnare da capo, senza canovaccio, tutto da inventare.

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Fare ricerca, verso la verità

Interessantissimo, nei temi trattati, che fungono anche da riepilogo della specificità del percorso Darsi Pace nelle sue implicazioni culturali e nelle sue premesse teoretiche: conciso ma molto rigoroso, mi pare.

Noto dal mio punto di vista di scienziato, che i riferimenti anche alla rinnovata visione della scienza (che noi chiamiamo sinteticamente AltraScienza) sono molteplici e decisamente meritevoli di essere percorsi ancora e di nuovo: dall’illusione della fisica newtoniana di “oggettivare il mondo” al significato stesso dell’universo e del nostro ruolo nella creazione, a 14 miliardi di anni dal Grande Scoppio. Passando inevitabilmente per l’esplosione dell’atomo e di un certo modo meccanico di vedere il mondo (pregnante il parallelo con le esplosioni atomiche belliche, fortissimo nella sua logica). Fino alla disintegrazione del pensiero “logico-cartesiano” — o meglio alla sua pacifica dissoluzione — in un ordine superiore, quando si arriva alla Trinità, e alla “separazione-unione” simultanea di diverse Essenze.

Accenni di un ordine superiore che non nega — e non vuol assolutamente negare — la nostra “scienza” e le sue modalità operative, ma la allarga smisuratamente. Come la relatività “allarga” la fisica newtoniana, in un certo senso…. ma molto molto più audace, nella qualità del salto.

Dunque certamente una intervista a largo campo, ma che può essere utilmente percorsa secondo una accordatura attenta alla scienza e alle sue implicazioni, alla sua ormai innegabile, inestricabile interconnessione con tutto il resto: non a caso, direi, la trattazione del pensiero scientifico affiora in diverse parti durante il colloquio, e non è analizzata “in blocco” e una volta soltanto. Piuttosto, è come un sottotraccia che percorre tutta l’intervista, affiorando in maniera evidente in più punti, a sottolineare — se ci fosse bisogno — la fecondità di questo approccio globale ai problemi e alle sfide del nostro tempo, nella ricerca di una chiave interpretativa globale, così come il cuore — di scienziati e non scienziati — certamente attende.

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