Meglio un uovo oggi che una gallina domani

In un sistema di mondo sempre più improntato alla velocità e quindi all’avventatezza, l’esperienza ci dovrebbe insegnare nuovamente il valore della prudenza.

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Pare che ci siamo evoluti in ambienti altamente pericolosi. Abbiamo trascorso la maggior parte del nostro tempo evolutivo ad essere una preda e a dover reagire in modo fulmineo ad ogni segno sospetto.

Così il nostro modo di percepire il mondo, le nostre euristiche cognitive sono stati selezionati avendo come obiettivo quello di evitare di essere mangiati. Un gran bell’obiettivo!

Oggi noi viviamo in condizioni molto diverse da quelle che ci hanno accompagnato per 300.000 anni di storia evolutiva. Per noi il nostro essere potenzialmente preda per un altro animale è piuttosto remoto.

Molto più probabile è che siamo noi il predatore. Sfruttiamo le risorse naturali con una avidità da Guiness dei primati. Dall’estrazione dei minerali e dei combustibili fossili alla pesca, dalla deforestazione alle monocolture intensive, dall’industrializzazione che succhia energia in quantità elevatissime allo spreco di manufatti da acquistare e buttare a ritmo sempre più vorticoso.

Guarda che se continui così farai una brutta fine, dice la gallina di domani.

Ma no, sei la solita guastafeste! E poi pensa alle opportunità che si aprono: non più fame nel mondo, malattie facilmente guaribili, vite comode con servizi a portata di mano… Goditela e smetti di fare l’uccello del malaugurio – pigola la voce da dentro l’uovo di oggi

Ci siamo evoluti così. Cicale più che formiche. Concentrati a godere all’istante, piuttosto che conoscere le radici più profonde del desiderio.

Pensare però soltanto a breve termine, con la testa da cacciatore-raccoglitore che cerca di evitare di essere sbranato, non è più così adattativo.

A forza di ragionare soltanto a breve termine abbiamo creato tantissimi problemi, che poi si accumulano e si rinforzano a vicenda.

La grave crisi ambientale in cui ci troviamo la dice lunga.

Con i combustibili fossili abbiamo fatto una meravigliosa scoperta, sono fantastici, hanno rese energetiche altissime, permettono di sollevare aerei, fare fertilizzanti e le plastiche… Una vera miniera d’oro.

Guarda che le emissioni di CO2 stanno salendo in modo allarmante, non dovresti consumare così tanto! – sempre la gallina di domani.

Smettila, intanto voglio pensare ad oggi, domani manco so se ci arrivo – sempre l’uovo di oggi.

La probabilità che la Terra ci sia anche domani è piuttosto alta, quindi sarebbe saggio pensare con prudenza alle conseguenze di cosa stai facendo oggi – la gallina di domani.

Buttandoti sull’uovo di oggi, difficilmente avrai una gallina domani. Con il riscaldamento globale è già a la coque! Che vuol dire quindi addio alla gallina.

È chiaro che i fattori in gioco sono tantissimi. La ricerca scientifica interseca gli interessi economici e le lobby politiche, in contiguità e compenetrazioni dai confini sfocati (su questo argomento abbiamo provato a riflettere nel post “Digitale vs Analogico” su questo blog). Questo complica le cose e certamente non sempre è possibile intravedere le conseguenze di un’applicazione.

Non si può neanche pensare di valutare tutte le potenziali interazioni, perché ci si bloccherebbe in una inazione congelante.

Temo però che nella società attuale, guidata dalla fretta e a basso tasso di pensiero, ci troviamo all’estremo opposto. Il nostro problema è il buttare alle ortiche il principio di precauzione che spinge a verificare con calma le complesse implicazioni di ciò che andiamo facendo.

Lanciare un nuovo farmaco, trovare una nuova strategia che aumenti la resa agricola, mettere in pista una nuova tecnologia di sequestramento della CO2… le attese sono tante e pressanti, ma dimenticare che abbiamo tra le mani strumenti poderosi di rimodellamento della biosfera, senza soppesare con lungimiranza ciò cui si dà avvio, è un rischio altissimo che la storia dovrebbe averci insegnato a maneggiare con cura.

Proviamo a rinfrescare la memoria.

Il DDT, notissimo insetticida, è stato ampiamente spruzzato usando gli aerei per coprire le immense estensioni delle monocolture.

Purtroppo però il composto si accumula nel tessuto adiposo e così entra nella catena alimentare, dagli insetti erbivori, agli uccelli carnivori che si cibano degli insetti, fino agli animali che si nutrono di uccelli compreso l’uomo che mangia selvaggina. Dopo decenni di uso sconsiderato si sono rimarcati gli effetti mutageni e quindi cancerogeni con drammatiche ripercussioni sulla salute delle persone e sulla biodiversità. Eppure molti di noi hanno ben in mente l’immagine della nonna che rincorre le mosche con il Flit!

Il talidomide era partito come ottimo antiemetico, ma purtroppo si è poi rivelato teratogeno. Prescritto alle donne in gravidanza per placare la nausea e il vomito, ha causato gravi malformazioni nei feti.

Abbiamo rivestito d’amianto mezzo mondo, per scoprire poi che ci regalava un’impennata di mesotelioma.

Nel 1936 alle Hawaii arriva Achatina fulica, una chiocciola gigante africana, deliberatamente introdotta come ornamento dei giardini e per ragioni alimentari. Estremamente adattabile, si rivelò una specie devastante per le coltivazioni locali. Bene, basterà introdurre un carnivoro che mangi Achatina. Purtroppo furono scelte tre specie di chiocciole tra cui Euglandina rosea nota anche come lumaca lupo che nel 1955 venne traghettata alle Hawaii. Euglandina però gradiva particolarmente le altre due specie che avrebbero dovuto attaccare Achatina e soprattutto le moltissime specie di chiocciole locali.

L’esito è che tuttora si sta cercando di porre rimedio, con grandissime difficoltà, per contenere lo spadroneggiare di predatori voraci che non hanno nemici autoctoni, ma sono invece ottimi nemici per le specie indigene, con compromissione pesante della biodiversità. Questo non è la perdita di ameni paesaggi per turisti in cerca di bellezze esotiche.

Qui si tratta di perdite che ci riguardano da vicino, molto da vicino, dato che facciamo parte dello stesso impasto che ci tiene in vita.

E cosa stiamo facendo con l’immondizia spaziale? Da pochi anni siamo nell’alta atmosfera e l’abbiamo già riempita di robaccia da essere ormai un rischio di collisione per i satelliti. Anche sulla Luna ci sono tonnellate di rifiuti, mentre la discarica di Marte è già in allestimento.

Giusto per fare qualche esempio di vari ambiti.

In un tempo dove l’avventatezza la fa da padrona, ci serve una buona dose di contrappeso nella cautela, per cercare di contenere il più possibile, dentro la ragionevolezza del realismo, i contraccolpi nefasti che causano dolore. Un dolore molte volte non calcolato in sede di pianificazione, non misurato in fase di valutazione nei trials, non inserito in nessuna statistica, lasciato a sé stesso a chi tocca leccarsi le ferite di un mondo che ha il piede a tavoletta sull’acceleratore.

Ripartiamo dalla saggezza.

Gesù di Nazareth, che conosce l’umano da dentro, ci invita a interpretare i segni dei tempi, ci rimprovera come tardi e lenti a comprendere.

Il bipedismo ci ha permesso di alzare lo sguardo e proiettarlo verso l’orizzonte. Peccato non utilizzare questa abilità anche in senso culturale, portare il pensiero oltre l’odierno e provare a soppesare con cura le conseguenze delle nostre azioni.

Siamo diventati molto potenti, abbiamo capacità distruttive ormai su livelli spaventosi. Non possiamo permetterci di continuare a restare all’uovo di oggi, trascurando la gallina di domani.

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Autore: Iside Fontana

Laureata in Scienze Biologiche, cristiana, appassionata dell’interrogazione teologica e di tutto ciò che si cimenti nel tentare una sintesi del pensiero per una conoscenza profonda del mistero della vita. Single.

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