Homo

A spostare la Terra fuori dal centro dell’Universo ci aveva già pensato Keplero: bocciata la fissità, iniziamo ad orbitare intorno al Sole, dentro un sistema solare a sua volta in movimento in un cosmo che gira.

Poi arrivò Darwin e così dovemmo restituire la medaglia d’oro, scendere dal podio ed accontentarci di una posizione periferica. Anzi, il podio è stato smantellato, non ci sono traiettorie lineari su cui correrebbero i partecipanti iscritti alla gara. Chiunque si presenta è ammesso alla corsa, deve solo essere ben equipaggiato perché l’esplorazione sarà avventurosa. Non ci sono mappe per il tragitto, lo si inventa mentre si è in corsa.

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Il nome alle cose

Una calda notte italiana, nel cortile dei miei nonni, la cittadina di Manfredonia, nel Gargano, sperimentò un black-out totale. Per la prima volta in vita mia vidi la Notte. Alzai lo sguardo, poiché il Buio benediceva ogni cosa e vidi il Cielo. Fu la prima volta che lo chiamai così.

Rapito, mi ingurgitava in un abisso di luci e rotazioni, disegni e incredibili geometrie. La bellezza terribile e insostenibile per un bambino di periferia già abituato a vedere la morte e le brutture del contemporaneo consumista, rovina delle rovine, pareva spalancare le porte di ogni morte che aveva ghermito il mio corpo: in qualche modo, quella meravigliosa Sapienza mi apparteneva e, ancor più, io appartenevo a lei, come ai monti e al mare che quotidianamente vedevo stuprare.

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