La scienza è un metodo

Definire bene le cose è il primo passo verso la chiarezza del pensiero. La corretta definizione di scienza la libera da tanti pregiudizi e ne restituisce la limpida semplicità che le è propria.

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In effetti è così. La scienza è essenzialmente un metodo. Cultura e spiritualità hanno un compito pedagogico infinito, anche (aggiungo io) nel farci comprendere la vera natura dell’impresa scientifica.

La scienza è un metodo straordinario che ha dato risultati travolgenti. Un metodo di verifica, decisamente un bel metodo. Capace di schiarire la mente, aveva davvero ragione Friedrich Nietzsche. Personalmente, ho sempre avvertito come un buon articolo scientifico faccia pulizia nel cervello, allontani un po’ le paure ingiustificate, liberi i neuroni da tante scorie di pensieri pseudo filosofici perlopiù errati. La vera scienza fa bene al cuore, alla mente e al fisico.

Lo scientismo è invece una filosofia (da quattro soldi, aggiunge Marco Guzzi in questo estratto). Propria di persone che non conoscono la filosofia, i grandi passaggi del pensiero filosofico. Costellato di dogmatismi, che sono quanto di meno scientifico esista al mondo. Abbiamo un compito, che è quello di celebrare la scienza, difendere la vera scienza, dandole il suo ambito, che è un ambito molto preciso.

L’estratto a cui mi sto riferendo è una piccola parte della ben più estesa video intervista “Costruire la PACE dentro un sistema di GUERRA” a cura di Silvana Carcano, reperibile da YouTube (e per la limpidezza di visione e la rilevanza dei temi trattati vale senz’altro la pena di guardarlo tutto, anche se la parte dedicata alla scienza, di interesse specifico in questa sede, è concentrata nell’estratto che proponiamo).

La scienza non conosce la verità, di più, non ha mai preteso di conoscerla. Che leggerezza sublime! Che intima soddisfazione, quando ogni cosa torna al suo posto. Una scienza senza verità è un modello agile e leggero di scienza, un modello da riprendere sempre, ottimo per il tempo presente. Adoperiamoci dunque per una scienza, dunque, che torna ad essere quella che è, quella che in radice è sempre stata.

Lei è una tipa particolare, non la riesci ad incastrare nei tuoi pregiudizi: certo ti può dare certezze momentanee, ma non verità assolute. Tutte le volte che qualcuno proclama pomposamente lo dice la scienza, per chiudere un discorso, io penso che potrebbe impiegare meglio il suo respiro, dare fiato ad altre parole.

Scambiare scientismo per scienza è appena un trucco, da smascherare continuamente. Uguale ed opposto a quello che legittima come scienza le trovate bizzarre della pseudoscienza. Insomma, la scienza è assediata da più parti, soggetta a diverse tentazioni. L’equilibrio – qui ed altrove – è realmente difficile. Un gioco dinamico, in pratica. Sempre da ricercare di nuovo.

Perfino la salutare provocazione dell’affermare che i fatti non esistono ci aiuta a capire che non siamo in un Universo statico, duro, dove ci sono gli oggetti separati da spazi vuoti, ma è un gioco molto più complesso e fluido dove il nostro punto di vista, di soggetti osservanti, contribuisce profondamente alla definizione e ricezione del mondo stesso.

C’è una creazione continua, che ci conduce verso una nuova fase. Non è la creazione continua che sosteneva (il, comunque, grandissimo) Fred Hoyle, avversando fantasiosamente il modello cosmologico del Big Bang, negli anni Novanta. No, qui siamo su un altro piano. Riguarda l’interesezione dell’umano nella realtà. Marco Guzzi ci ricorda che i fatti sono fatti di parole. D’altronde Max Plank ci avvertiva diversi anni fa che la materia non esiste. Ma la vera filosofia queste cose le sa da molti anni. Non sono cose da scoprire, tuttavia il modo della comunicazione, dell’informazione, fa finta di nulla, non vuole ascoltare.

Così l’informazione è ridotta ormai ad un bombardamento delle stesse parole, degli stessi concetti, reiterati continuamente. C’è ben poco di scientifico, in questa ostinata ripetizione, possiamo dirlo. La scienza è osservazione a largo campo, è confronto tra diversi punti di vista, è un dislocamento continuo, un continuo spostamendo di centro.

La strategia che suggerisce Marco Guzzi è allora quella di limitarci ad altro, dando finalmente inizio questa nuova epoca, irradiare la libertà dello Spirito. Insomma, è tempo di respirare aria pulita, assecondare l’espansione del cosmo, lasciare che i morti seppelliscano i morti.

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Autore: Marco Castellani

Astrofisico, divulgatore, scrittore.

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