Interessantissimo, nei temi trattati, che fungono anche da riepilogo della specificità del percorso Darsi Pace nelle sue implicazioni culturali e nelle sue premesse teoretiche: conciso ma molto rigoroso, mi pare.

Accenni di un ordine superiore che non nega — e non vuol assolutamente negare — la nostra “scienza” e le sue modalità operative, ma la allarga smisuratamente. Come la relatività “allarga” la fisica newtoniana, in un certo senso…. ma molto molto più audace, nella qualità del salto.
Dunque certamente una intervista a largo campo, ma che può essere utilmente percorsa secondo una accordatura attenta alla scienza e alle sue implicazioni, alla sua ormai innegabile, inestricabile interconnessione con tutto il resto: non a caso, direi, la trattazione del pensiero scientifico affiora in diverse parti durante il colloquio, e non è analizzata “in blocco” e una volta soltanto. Piuttosto, è come un sottotraccia che percorre tutta l’intervista, affiorando in maniera evidente in più punti, a sottolineare — se ci fosse bisogno — la fecondità di questo approccio globale ai problemi e alle sfide del nostro tempo, nella ricerca di una chiave interpretativa globale, così come il cuore — di scienziati e non scienziati — certamente attende.